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14/09/2018La musica in palestra è uno degli esempi di sound design più virtuosi. Solo per gioco, immagina di sentire le decine di playlist personali che i clienti ascoltano con gli auricolari durante il workout. Ne risulterebbe una babele di scelte personali di cui sarebbe divertente stimolare la condivisione. Magari istituendo un piccolo concorso per fidelizzare la clientela.
Playlist personali a parte, come ogni luogo pubblico o esercizio commerciale, anche una palestra può godere dei benefici del sound design e di una corretta strategia di comunicazione sonora.
D’altronde, è provato da diversi studi scientifici e anche da una vasta cinematografia (che risultati avrebbe raggiunto Rocky senza musica?) che le prestazioni durante l’attività fisica sono influenzate dalla colonna sonora.
Ma, al contrario, per esempio, di un ristorante, la pianificazione musicale per una palestra non si risolve con la creazione di qualche playlist. Le diverse stanze in cui si svolgono corsi diversi, gli spazi comuni per l’allenamento, il bar, la piscina, la sauna, sono tutti ambienti da considerare singolarmente.
Musica in palestra, chiariamo due cose
Procediamo con ordine. Intanto chiariamo subito che anche una palestra deve essere in regola con la legge. Dunque, il proprietario deve conseguire il diritto di riproduzione di qualsiasi contenuto audio e video, come spiega puntualmente il sito della Siae.
La Società demandata alla riscossione dei diritti di riproduzione audio/video rilascia la licenza per l’utilizzo della musica nei “centri fitness” sia come sottofondo negli ambienti comuni (spogliatoi, reception, bar, spa, piscina) sia in accompagnamento all’attività fisica durante un corso.
Siae specifica che la diffusione può avvenire attraverso radio, televisori, lettori Cd ecc. delegando a “ecc.” tutto il resto: smartphone, tablet e lettori Mp3, ammesso che qualcuno li usi ancora.
Musica in palestra, attenzione al numero di Tv
L’abbonamento è annuale, di importo variabile a seconda della superficie del centro e della modalità di utilizzo della musica. Secondo il tariffario ufficiale Siae, per esempio, una palestra con una superficie fino a 500 mq paga 264,20 euro all’anno per la “musica a sostegno dell’attività ginnico-sportiva”, un ulteriore 20% per la musica di sottofondo e un altro 20% in più per la riproduzione da un solo apparecchio Tv.
Se gli apparecchi Tv sono diversi e hanno uno schermo superiore ai 40 pollici, si aggiunge un costo ulteriore, richiesto anche per i monitor delle apparecchiature cardiofitness.
Musica in palestra, falla bene
Dunque, per diffondere la musica nella propria palestra è necessario pagare il giusto per non incorrere in pesanti multe o nella chiusura dell’attività. Per questo sarebbe opportuno che la resa sia massima.
Innanzitutto, un progetto di sound design per la musica in palestra prevede diversi approcci. Dovrai capire quale sarà il mood migliore per lo spazio dedicato alla ristorazione e quello per una Spa o un centro massaggi.
Allo stesso tempo, dovrai accettare le playlist dei tuoi istruttori che, a seconda del corso, opteranno per ritmi e brani specifici.
Mentre, per la zona comune in cui si trovano gli attrezzi e i tapis roulant, potrai, per esempio, optare per uno schermo Tv senza sonoro e sintonizzato su programmi non musicali.
Questo perché la maggior parte dei clienti userà le proprie playlist e le ascolterà con gli auricolari, oppure collegherà gli stessi ai tapis roulant.
Musica in palestra negli spazi comuni
Fatta questa distinzione, ci si focalizzerà sulla scelta dei brani musicali per gli spazi comuni. In questo caso, i parametri di scelta saranno essenzialmente tre: la tipologia di musica, il volume e i bpm (battiti per minuto, il ritmo insomma).
E, insieme all’azienda che ti sta fornendo la consulenza in sound design, dovrai suddividere la giornata in almeno tre momenti principali.
Il volume dovrà essere adeguato all’ambiente e alla situazione. È abbastanza scontato che non pomperai techno a palla all’interno dell’area Spa, mentre stesso genere e stesso volume potrebbero essere adeguati a un after al bar.
I diffusori del bar potranno diffondere musica a un volume “naturale”, intorno ai 10-20 db (decibel), che consenta di ascoltare le conversazioni, nelle ore diurne di maggior transito di clienti, prima o dopo il workout, per accompagnare le variazioni di tasso adrenalinico.
Se i bpm in questo caso non sono particolarmente importanti, a patto di non superare la soglia dei 120 bpm, importante è, invece, la scelta di brani. Nelle aree di transito comune è auspicabile una playlist di hit variegata. A questo link ti segnaliamo un servizio gratuito per calcolare il bpm dei brani musicali.
Musica in palestra nella Spa e in piscina
All’interno della Spa, evidentemente, ci si aspetta tutt’altro volume (inferiore ai 10 db) e altri bpm (fino a 70 bpm) per fornire il massimo relax. Per la piscina, infine, si può lavorare sul ritmo e sui generi indicati per l’attività sportiva come un pop ritmato a un volume leggermente sostenuto.
I concetti generali che un’azienda specializzata in sound design cercherà di trasmetterti per una scelta corretta di musica in palestra in definitiva sono:
- La musica deve piacere alla maggioranza dei tuoi clienti, non a te o ai tuoi dipendenti
- Il volume e il ritmo devono essere da sottofondo musicale e non da festival di heavy metal
- Scegli musica diversa a seconda degli ambienti, delle loro funzionalità e dell’affollamento nei diversi orari
- Segui la regola generale: il volume deve crescere all’aumentare dei clienti mentre per il ritmo vale il contrario.
Musica in palestra: non dimenticare i jingle
Il jingle è un importante strumento all’interno di una strategia di comunicazione sonora. In una palestra è utile intervallare i brani musicali con un logo sonoro a un volume leggermente più alto. O, anche, diffondere spot che illustrino promozioni, attivazioni di nuovi corsi o cadenza delle attività.
Molto meglio utilizzare jingle realizzati da speaker professionisti, definiti da un testo preciso. Non è certo conveniente affidare gli annunci promozionali alla receptionist di turno.
E, infine, non dimenticare che, se sei all’interno di uno stabile, dovrai rispettare le regole condominiali sul rumore e insonorizzare di conseguenza la struttura.
Non sottovalutare una corretta strategia di comunicazione sonora
In definitiva, anche in una palestra, in un centro fitness o in qualsiasi luogo in cui si svolge un’attività sportiva è fortemente consigliabile implementare una corretta strategia di comunicazione sonora orientata alla promozione in-store, il sound design for selling, anche nella fitness.
Per realizzarla è opportuno affidarsi a un’azienda specializzata nel sound design for selling come Pillow.
A proposito di Pillow, ascolta la voce.
Pillow ha la missione di creare il perfetto sound design dello spazio fisico attraverso palinsesti musicali costruiti ad hoc, integrandoli con messaggi persuasivi in forma di spot. L’ambiente sonoro creato da Pillow aumenta la connessione emotiva delle persone con lo spazio in cui si trovano, contribuendo a costruire la corretta immagine del brand e favorendo l’acquisto e il ricordo positivo dell’esperienza.