Musica per studi medici: la più giusta e in regola
14/09/2018Musica in negozio: 10 errori comuni da evitare
26/10/2018Musica classica libera da diritti d’autore, si tratta certamente di uno dei luoghi comuni più frequenti. Si può riprodurre tranquillamente in un negozio o in uno studio medico senza pagare la Siae e la Scf (Società Consortile dei Fonografici)?
Ed è vero, l’idea che la musica classica sia libera da diritti è un luogo comune. Certo, sappiamo che dopo qualche anno i diritti relativi a un’opera musicale, letteraria, fotografica o artistica in generale scadono, ma la questione non si liquida così facilmente. È necessario fare dei distinguo.
Musica classica libera da diritti, cosa dice la Legge
Intanto, il riferimento di Legge è quello sul diritto patrimoniale, ovvero il diritto esclusivo dell’autore di percepire un corrispettivo economico dall’utilizzo della sua opera in ogni forma e modo. Ci si riferisce, in particolare, all’articolo 12 della Legge sul diritto d’Autore (legge 22 aprile 1941, n. 633 e il regolamento applicativo, il Regio Decreto 18 maggio 1942, n. 1369) e all’articolo 2577 contenuto nel Titolo IX del Libro Quinto del Codice Civile.
La normativa, oggetto di alcuni aggiornamenti negli anni tra cui l’ultimo nel 2014 (D.lgs. n. 22 del 21.02.2014 con il quale viene attuata la direttiva 2011/77/UE che modifica la 2006/116/CE), prevede che il diritto d’autore scada dopo 70 anni dalla morte dell’autore stesso. Il termine è stato incrementato di vent’anni a causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita media.
Un esempio concreto
Così, per esempio, Armando Gill, riconosciuto da tutti i critici musicali come il primo cantautore italiano, ha composto Come Pioveva nel 1918. La notissima canzone è stata ripresa per anni da diversi interpreti. Gill, che realmente si chiamava Michele Testa, ha potuto godere del pagamento dei diritti d’autore della canzone fino alla sua morte avvenuta nel 1945, ovvero per 27 anni.
Gli eredi Testa, invece, hanno goduto dei diritti sulle sue opere per ulteriori 70 anni, ovvero fino al 2015. Quindi, per Come Pioveva sono stati riconosciuti i diritti di riproduzione per ben 97 anni.
Musica classica libera da diritti, attenzione a quelli di riproduzione
Quindi, oggi siamo liberi di riprodurre in un negozio o in uno studio professionale tutta la discografia di Armando Gill? Non è detto. Sebbene i diritti patrimoniali siano scaduti nel 2015, a 70 anni dalla morte dell’autore, i diritti morali non scadono mai. Si tratta di diritti relativi alla paternità dell’opera, all’integrità della stessa e altri.
Ciò significa che se intendete far riprodurre dal vivo in negozio una versione punk di Come Pioveva dal complessino di vostro figlio e entrasse in quel momento un erede di Gill, potreste passare dei guai seri.
Inoltre, se nel vostro punto vendita o studio medico riproducete la nota versione di Come Pioveva di Achille Togliani, ve la dovrete vedere con gli eredi di Togliani, che accampano i diritti di riproduzione di quella particolare versione.
Musica classica libera da diritti: e Deutsche Grammophon?
Si comprende bene, così, come le regole si debbano applicare anche nel caso della musica classica. Anche in questo caso si devono considerare i diritti connessi, ovvero i diritti esclusivi degli artisti che hanno interpretato ed eseguito le opere musicali e del produttore discografico che si è occupato della loro incisione sul supporto fisico o digitale.
Se ripensate alla collezione di dischi di musica classica del nonno, sicuramente vi ricorderete della tipica cornice gialla che campeggiava in testa al vinile. Era il logo caratteristico di Deutsche Grammophon, la storica etichetta discografica tedesca specializzata in musica classica e fondata ad Hannover nel 1898 da Emile Berliner, inventore del grammofono, e da suo fratello.
Ebbene, è molto probabile che la riproduzione di un disco di musica classica di quella collezione non sia esente dal pagamento del diritto di riproduzione. Magari site esentati dalla corresponsione dei diritti all’autore della partitura, ma dovete essere certi di esserlo anche rispetto agli autori dell’incisione e della produzione.
Musica classica libera da diritti: il caso di più autori
Infine, c’è anche da considerare il caso tipico della musica lirica. Per esempio, i diritti di utilizzo della Turandot sono da ripartire tra il compositore (Giacomo Puccini morto nel 1924) e i librettisti (Simoni e Adami). Ebbene, Adami è morto nel 1946 mentre Simoni è deceduto nel 1952, dunque, si dovrebbero aspettare almeno 4 anni per riprodurre l’opera. Ma solo se l’esecuzione che scegliamo sia anch’essa libera da diritti di riproduzione.
Tutto ciò che abbiamo esposto, poi, vale per gli autori italiani, ma ogni Paese ha una legislazione diversa e ci si deve attenere a quella della specifica nazione di origine dell’autore.
Musica classica libera da diritti: come fare?
Da quanto detto, la strategia migliore per non incorrere in sanzioni salate è di verificare prima di tutto che siano passati effettivamente 70 anni dalla morte dell’autore. Successivamente scegliere una riproduzione che sia libera dal pagamento dei diritti.
E ciò è ben più difficile, visto che i produttori discografici specializzati in musica classica ripubblicano costantemente le stesse opere, proprio per mantenere i diritti di riproduzione.
Poniamo, poi, di aver accertato che i brani che vogliamo riprodurre si riferiscono effettivamente a musica classica libera da diritti. Oppure amiamo a tal punto la musica classica da pagare con serenità il dovuto ai detentori tramite la Siae e la Scf.
La musica classica per una strategia di Sound Design
A questo punto, la domanda sarà: la musica classica può far parte di una strategia di comunicazione sonora? E in quale contesto?
Gli esperti non hanno nessuna remora nell’utilizzo della musica classica in un negozio, in un ristorante o in un centro medico. Ma, a grandi linee, è importante tener conto di due aspetti principali: il pubblico e il mood del locale.
Ogni specialista in sound design, poi, indirizzerà la sua scelta verso una musica rilassante e strumentale, con un bpm non elevato. Ciò significa che un’opera lirica o la Quinta di Beethoven dovrebbero fare posto a composizioni più orientate a mettere a proprio agio la clientela.
In ogni caso, una Spa, uno studio dentistico, un negozio di antiquariato o un ristorante dall’aria retrò, per esempio, potrebbero essere perfetti per la riproduzione di una playlist di musica classica.
Non sottovalutare una corretta strategia di comunicazione sonora
In definitiva, qualunque sia il luogo è sempre consigliabile implementare una corretta strategia di comunicazione sonora. Il sound design for selling può portare i risultati richiesti anche qualora si scelgano brani di musica classica.
Per realizzarla è opportuno affidarsi a un’azienda specializzata nel sound design for selling come Pillow.
A proposito di Pillow, ascolta la voce.
Pillow ha la missione di creare il perfetto sound design dello spazio fisico attraverso palinsesti musicali costruiti ad hoc, integrandoli con messaggi persuasivi in forma di spot. L’ambiente sonoro creato da Pillow aumenta la connessione emotiva delle persone con lo spazio in cui si trovano, contribuendo a costruire la corretta immagine del brand e favorendo l’acquisto e il ricordo positivo dell’esperienza.