Musica per saloni di bellezza e parrucchieri, come scegliere quella giusta
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18/06/2019La musica in streaming non è mai stata così bene. Lo evidenzia il Global Music Report 2019 pubblicato da IFPI (International Federation of the Phonographic Industry).
La diffusione della musica in streaming è il motivo principale dell’incremento del 10% del volume d’affari del mercato nel 2018 rispetto all’anno precedente. Il comparto contribuisce alla crescita complessiva con un notevole +34% grazie ai servizi come Spotify, Apple Music, Google Play Musica, Tidal, Pandora, Deezer ecc.
Oggi la musica in streaming concorre per il 46,9% del totale degli introiti dell’industria musicale mondiale. Sempre secondo il rapporto, le sottoscrizioni a pagamento sono cresciute di quasi il 33%, toccando i 255 milioni di abbonamenti nel mondo. Calano, invece, i download (-21,2%) e le vendite su supporto fisico (-10,1%).
Tim Cook ha appena dichiarato che Apple Music ha raggiunto 50ML di utenti a pagamento, ed in America sembra aver sorpassato la rivale Spotify, con percentuali di crescita quasi doppie mensili di utenti registrati. Spotify dal canto suo domina incontrastata con 100ML di utenti registrati, appena dichiarati lo scorso aprile 2019.
Siamo di fronte al quarto anno consecutivo di crescita per il mercato, dopo gli anni bui della crisi durata circa 15 anni, e per questo bisogna ringraziare esclusivamente la musica in streaming. In Italia, in particolare, il fatturato annuale complessivo dell’industria musicale si attesta intorno ai 228 milioni di dollari. La musica in streaming concorre a questo valore con una quota del 41%.
Musica in streaming: sempre più preferita al download
Interessante attestare come il grande pubblico preferisca sempre di più una fruizione in streaming piuttosto che il download. Ciò comporta una drastica riduzione della pirateria e una maggiore rotazione dei brani attraverso l’ascolto delle playlist proposte, per esempio, da Spotify. E ciò evita la polarizzazione dei guadagni da parte di pochi artisti, fornendo una teorica possibilità a tutti.
L’incremento del 33% delle sottoscrizioni a pagamento per la musica in streaming, inoltre, definisce un consumatore più maturo che diventa più consapevole del valore economico di un abbonamento e del prodotto musicale.
Rimane un aspetto non evidenziato da questi dati che riguarda la qualità della musica in streaming. Se Spotify può vantarsi di aver raggiunto il traguardo dei 100 milioni di sottoscrizioni Premium nel mondo, altrettanto non si può dire per servizi di musica in streaming che forniscono una qualità audio migliore.
La peculiarità di Tidal, il servizio di musica in streaming esclusivamente a pagamento acquisito dal rapper Jay Z, per esempio è proprio la qualità audio. Ma questa non sembra una caratteristica che interessa più di tanto il consumatore. Tidal garantisce una qualità (quasi) da Cd utilizzando il formato FLAC per i suoi stream invece del classico Mp3 che, per come è definito, si perde molte frequenze durante la compressione.
Ma, nonostante ciò, l’azienda americana non cresce in sottoscrizioni, dichiarandone appena 3 milioni. Un servizio di musica in streaming pensato per una fruizione da smartphone, la più diffusa, in verità non ha bisogno di offrire una qualità audio superiore e non potrebbe neanche garantirla. A determinare la qualità di un servizio di musica in streaming, infatti, concorre notevolmente la connessione.
Musica in streaming: per i negozi la qualità conta
Ma ci sono altri contesti in cui la qualità audio conta. Pensiamo, per esempio, alla musica di sottofondo in un esercizio commerciale, una palestra o un centro multistore.
In questi ambienti non ci si può accontentare del formato Mp3 e non si può fare affidamento a una Rete non stabile e poco performante. Molto spesso, infatti, per diffondere la musica si utilizza la stessa Rete su cui transitano i dati relativi alla merce e ai pagamenti. Inoltre, nel caso dei centri commerciali, non sempre il singolo esercizio ha a disposizione una connessione dedicata.
Spesso, quindi, la musica in streaming si trova a condividere una banda non dedicata, a discapito della qualità. Se anche si scegliesse un servizio di Radio in-store legale e a pagamento, non potremmo garantire alla nostra clientela l’esperienza voluta. Per esempio, la musica potrebbe sentirsi “a strappi”, il flusso potrebbe interrompersi nel caso in cui la Rete cada ecc.
Musica di qualità in negozio senza Internet: ci sono due possibilità
Così, anche se ci siamo convinti che la musica in streaming è una componente fondamentale della nostra strategia di marketing, e abbiamo deciso di investire in un servizio legale e a pagamento, potremmo rimanere delusi.
Come possiamo risolvere il problema? Abbiamo due modi. Pillow propone ai suoi clienti la Jingle Machine System (JMS), oppure la Java Applet System (JAS).
Nel primo caso il cliente ha a disposizione un hardware molto semplice composto da un disco di tipo SD capace di mille brani diversi. Ciò significa un’autonomia di musica garantita di una settimana senza mai sentire lo stesso brano due volte.
Così l’hardware non ha bisogno di un collegamento a Internet per diffondere la musica in negozio, ma lo richiede solo nel momento in cui si voglia aggiornare la playlist.
In alternativa, Pillow garantisce lo stesso tipo di autonomia musicale anche senza bisogno dell’hardware dedicato. La soluzione in questo caso si chiama Java Applet System (JAS) ed è un piccolo software e usa la memoria del computer su cui viene installato.
Entrambe le soluzioni proposte di Pillow garantiscono la qualità dell’audio diffuso evitando il ricorso alla musica in streaming, ovviamente in maniera del tutto legale. Tra le due, la seconda ha un piccolo limite superabile con qualche accorgimento.
Collegando il computer ai diffusori, infatti, sarà riprodotto ogni suono, anche quelli che avvisano dell’arrivo di un messaggio Whatsapp o di una mail. Basterò, ovviamente, silenziare ogni notifica.
Non sottovalutare una corretta strategia di comunicazione sonora
In definitiva, anche in un salone di bellezza, un parrucchiere, un barbiere è sempre consigliabile implementare una strategia di comunicazione sonora di qualità e orientata alla promozione in-store, il sound design for selling.
Per realizzarla è opportuno affidarsi a un’azienda specializzata nel sound design for selling come Pillow..
A proposito di Pillow, ascolta la voce.
Pillow ha la missione di creare il perfetto sound design dello spazio fisico attraverso palinsesti musicali costruiti ad hoc, integrandoli con messaggi persuasivi in forma di spot. L’ambiente sonoro creato da Pillow aumenta la connessione emotiva delle persone con lo spazio in cui si trovano, contribuendo a costruire la corretta immagine del brand e favorendo l’acquisto e il ricordo positivo dell’esperienza.